Oggi alcuni giornali parlano di
successo inaspettato enfatizzando dichiarazioni ottimistiche del Presidente
Chimenti.
Lavoro nel golf da quindici anni, non credo di averlo mai
sentito dire che il Golf italiano stia attraversando un momento difficile,
questo da una parte premia il suo ottimismo ma dall’altra copre i reali
problemi.
Vogliamo dirlo che alla conferenza stampa del presidente Chimenti
(in grandissima forma) il folto pubblico così descritto da qualche mio collega
era costituito dai soliti noti che da anni imperversano nei circuiti golfistici
e da tutto il baraccone incravattato dei federali e niente di più? Nemmeno una
faccia nuova. Quali sono state le novità per confermare il successo del golf in
Italia? Ho sentito il presidente dichiarare che il golf italiano ha subito “solo”
il 4% di calo, anche se tutti gli addetti ai lavori sanno che non è così, ma
perché nessuno lo dice? Si parla di 12.000 iscritti in meno ad oggi, il che
significa che il dato negativo sfiora il 10/12%. Tutti sappiamo che i “veri”
praticanti erano meno di settanta mila, anche se i numeri sbandierati parlavano
di quasi 100 mila, non considerando però che questo dato comprende tutti
i soci anche non praticanti iscritti nei vari golf club.
Provate a chiedere al vostro club se il “calo” è stato solo
del 4% come dice Chimenti. Ho fatto personalmente dieci chiamate a caso tra i
vari golf club e mi hanno parlato anche del 30% in meno rispetto agli anni precedenti
e che le singole gare hanno avuto fino a quaranta persone in meno.
Mi chiedo: perché non vengono fuori questi dati? Non sarebbe
meglio affrontare la realtà per permetterci di confrontarci tra tutti gli
addetti ai lavori cercando di arginare questa rovinosa caduta? Non sarebbe
meglio cominciare a capire che il golf italiano ha bisogno di affrontare subito
il rapporto con il turismo, in modo migliore di quanto si è fatto finora e che
le gare dovrebbero essere regolate pensando di aprirsi al turismo golfistico estero?
Ritornando a Italian Golf Show di Parma si è evidenziato che il mercato del
golf italiano è poca roba. Devo riconoscere che gli organizzatori hanno avuto coraggio
ma se vogliono avere un futuro devono cambiare rotta. Una fiera dove erano presenti
meno di dieci stand di attrezzature da golf, due simulatori, quattro stand di
abbigliamento e qualche altro di varia natura distribuito in un capannone
semivuoto dava l’idea di un piccolo mercatino domenicale. Apprezzabile lo
sforzo di Enrico Campana ufficio stampa della manifestazione con il suo
programma d’incontri culturali, ma niente di più. Un’area vip di 100 Mq curati (anche bene) da
Roberta Candus che con molti sacrifici si è ritagliata una nicchia tutta sua
tra golf e food. Sapete come immagino una fiera di golf credibile? Dovrebbe
avere la presenza di tutta l’offerta golfistica del nostro paese e indirizzata in
particolare agli stranieri, dimostrando che siamo capaci di fare incoming. Durante
la fiera dovrebbero essere organizzati work shop atti a motivare i nostri
segretari e direttori a partecipare all’economia positiva del proprio circolo lavorando
sodo per cercare di portare il più possibile turisti facendo “cassa” e
contribuendo a rendere meno onerosa la quota socio del proprio circolo. In Italia
ci sono club che non permettono a nessun turista di giocare il sabato o la
domenica perché ci sono sempre gare. Vi siete mai chiesti se questo succede anche
all’estero? Sono sicuro che chi leggerà quest’articolo sarà d’accordo con me,
anche se credo che per arrivare a quest’obiettivo bisognerebbe cambiare la
testa di molti presidenti e consiglieri.
Lo sviluppo interno del golf in Italia deve avvenire agevolando
tutte le iniziative atte a creare nuovi golfisti. Più campi pratica e iniziative
promozionali che possono contribuire alla nascita di nuovi adepti del golf.
Fino a quando non capiremo che dovremmo affrontare i problemi con serietà
smettendo di guardarci indietro ed essendo consapevoli della realtà di questo
sport, le cose andranno sempre peggio sperando che non sia troppo tardi, così
come sta succedendo in alcuni circoli blasonati gestiti da persone presuntuose
che non vedono oltre il proprio naso e che non hanno mai pensato di cambiare
per migliorarsi. Nei prossimi mesi se ne vedranno delle belle….