domenica 30 marzo 2014

100 mila giocatori in Italia?


“ In Italia i tesserati si aggirano attorno ai 100 mila, poco più di un quarto sono donne“

Leggo questi numeri da tempo in ogni notizia pubblicata da testate giornalistiche che non sanno che i "veri" numeri non sono questi almeno in Italia.

I giocatori praticanti in questo momento che sto scrivendo sono circa 72 mila. 


Erano appena 5.500 nel 1999: Oggi in Europa si contano oltre sette milioni di persone dedite al gioco del golf. una passione dunque che sta crescendo, anche se i numeri sono ancora ben lontani dai 3 milioni e 600 mila praticanti della Gran Bretagna, i 600 mila della Germania, i 520 mila della Svezia, 420 mila in Franca, 400 mila in Irlanda, 350 mila in Olanda, 320 mila in Spagna e 160 mila in Danimarca.  Nel 2010 il Ministero per il turismo italiano ha stimato in 350 milioni il giro di affari legato all'attività dei circoli, 50 miliardi di euro in Europa. A questo si aggiunge l'indotto. Il giocatore di golf, che ama viaggiare e divertirsi su campi sempre nuovi, è infatti anche un turista dal target medio alto. Spende, sempre secondo il ministero italiano, molto di più di altri turisti: 90 euro al giorno contro i 53,83 di media di un turista generico. Si trattiene anche di più nei luoghi di villeggiatura: 7 giorni contro quattro. In riferimento a questi numeri devo e doveroso segnalare il buon lavoro che sta svolgendo la Federazione Regionale Toscana della Fig con il suo presidente Andrea Scapuzzi e il consigliere nazionale al turismo Gianni Collini che hanno concluso un protocollo di intesa con la regione Toscana. Sempre che in futuro non cambino le poltrone siamo sicuri che sarà un buon esempio.

sabato 15 marzo 2014

VIAGGIARE PER GOLF : L'arte di Giorgio Restelli (Giores)

VIAGGIARE PER GOLF : L'arte di Giorgio Restelli (Giores): La consacrazione di un creativo e di un artista si ha nel momento del consenso e della condivisione del proprio lavoro di fronte a un pubb...

venerdì 14 marzo 2014

Che penserà del golf la nuova giunta sarda!


Mi chiedo cosa pensera' della legge sul golf il nuovo assessore al turismo della regione Sardegna Morandi. Sono ottimista visto la qualifica professionale del Morandi, professore universitario facolta' economia del turismo. Sara' sufficente o la provenienza politica sara' un'ostacolo? chi visse sperando... 

domenica 2 marzo 2014

FIERA DEL GOLF DI PARMA: MA VOGLIAMO DIRLO?


Oggi alcuni giornali parlano di successo inaspettato enfatizzando dichiarazioni ottimistiche del Presidente Chimenti.
Lavoro nel golf da quindici anni, non credo di averlo mai sentito dire che il Golf italiano stia attraversando un momento difficile, questo da una parte premia il suo ottimismo ma dall’altra copre i reali problemi.
Vogliamo dirlo che alla conferenza stampa del presidente Chimenti (in grandissima forma) il folto pubblico così descritto da qualche mio collega era costituito dai soliti noti che da anni imperversano nei circuiti golfistici e da tutto il baraccone incravattato dei federali e niente di più? Nemmeno una faccia nuova. Quali sono state le novità per confermare il successo del golf in Italia? Ho sentito il presidente dichiarare che il golf italiano ha subito “solo” il 4% di calo, anche se tutti gli addetti ai lavori sanno che non è così, ma perché nessuno lo dice? Si parla di 12.000 iscritti in meno ad oggi, il che significa che il dato negativo sfiora il 10/12%. Tutti sappiamo che i “veri” praticanti erano meno di settanta mila, anche se i numeri sbandierati parlavano di quasi 100 mila, non considerando però che questo dato comprende tutti i soci anche non praticanti iscritti nei vari golf club.
Provate a chiedere al vostro club se il “calo” è stato solo del 4% come dice Chimenti. Ho fatto personalmente dieci chiamate a caso tra i vari golf club e mi hanno parlato anche del 30% in meno rispetto agli anni precedenti e che le singole gare hanno avuto fino a quaranta persone in meno.
Mi chiedo: perché non vengono fuori questi dati? Non sarebbe meglio affrontare la realtà per permetterci di confrontarci tra tutti gli addetti ai lavori cercando di arginare questa rovinosa caduta? Non sarebbe meglio cominciare a capire che il golf italiano ha bisogno di affrontare subito il rapporto con il turismo, in modo migliore di quanto si è fatto finora e che le gare dovrebbero essere regolate pensando di aprirsi al turismo golfistico estero? Ritornando a Italian Golf Show di Parma si è evidenziato che il mercato del golf italiano è poca roba. Devo riconoscere che gli organizzatori hanno avuto coraggio ma se vogliono avere un futuro devono cambiare rotta. Una fiera dove erano presenti meno di dieci stand di attrezzature da golf, due simulatori, quattro stand di abbigliamento e qualche altro di varia natura distribuito in un capannone semivuoto dava l’idea di un piccolo mercatino domenicale. Apprezzabile lo sforzo di Enrico Campana ufficio stampa della manifestazione con il suo programma d’incontri culturali, ma niente di più.  Un’area vip di 100 Mq curati (anche bene) da Roberta Candus che con molti sacrifici si è ritagliata una nicchia tutta sua tra golf e food. Sapete come immagino una fiera di golf credibile? Dovrebbe avere la presenza di tutta l’offerta golfistica del nostro paese e indirizzata in particolare agli stranieri, dimostrando che siamo capaci di fare incoming. Durante la fiera dovrebbero essere organizzati work shop atti a motivare i nostri segretari e direttori a partecipare all’economia positiva del proprio circolo lavorando sodo per cercare di portare il più possibile turisti facendo “cassa” e contribuendo a rendere meno onerosa la quota socio del proprio circolo. In Italia ci sono club che non permettono a nessun turista di giocare il sabato o la domenica perché ci sono sempre gare. Vi siete mai chiesti se questo succede anche all’estero? Sono sicuro che chi leggerà quest’articolo sarà d’accordo con me, anche se credo che per arrivare a quest’obiettivo bisognerebbe cambiare la testa di molti presidenti e consiglieri.
Lo sviluppo interno del golf in Italia deve avvenire agevolando tutte le iniziative atte a creare nuovi golfisti. Più campi pratica e iniziative promozionali che possono contribuire alla nascita di nuovi adepti del golf. Fino a quando non capiremo che dovremmo affrontare i problemi con serietà smettendo di guardarci indietro ed essendo consapevoli della realtà di questo sport, le cose andranno sempre peggio sperando che non sia troppo tardi, così come sta succedendo in alcuni circoli blasonati gestiti da persone presuntuose che non vedono oltre il proprio naso e che non hanno mai pensato di cambiare per migliorarsi. Nei prossimi mesi se ne vedranno delle belle….